La notte di San Silvestro

by | 27 Dic 2020

Cristianizzazione del Paganesimo

Potrà sembrare un’eresia ma San Silvestro e Maria Santissima Madre di Dio si tengono per mano in questa notte epocale e si passano il testimone.

Il 31 dicembre sfuma lentamente nel 1 gennaio e noi umani facciamo di tutto per dimenticare il vecchio anno e fare scongiuri e promesse per un nuovo anno migliore!

Anche nei casi peggiori questa notte è pervasa da una certa euforia, fretta di cambiare pagina mista a timore per l’ignoto che ci aspetta, un po’ di frettolosa celebrazione per ciò che è stato e tante aspettative per ciò che verrà.

Che si festeggi con grande caos e spreco di energie e risorse o in stile minimale comunque si festeggia e nella nostra parte più intima si torna ad essere quegli esseri antichi e primitivi, molto più animisti e istintivi di noi oggi, che hanno dato origine agli uomini contemporanei.

Tutte le feste e le ricorrenze hanno forzatamente una radice nel cosiddetto paganesimo, sono legate alle credenze e alle speranze di chi ha gettato le basi del nostro DNA. Anche all’alba dei tempi girava tutto intorno a scongiurare la paura del male e della sofferenza e alla speranza di una vita migliore. E questo non è cambiato! Oggi è tutto diluito da mille falsi problemi e falsi bisogni ma ciò a cui ci affidiamo pregando Dio o credendo negli alieni, riconoscendo Madre Natura come Dea assoluta o sperando solo nel dio denaro, sperando in una giustizia terrena o non credendo in nulla è sempre il binomio bene/male, luce/tenebre.

La notte dell’ultimo dell’anno, in questo senso, è un po’ la resa dei conti! Possiamo fare finta di niente e festeggiare, brindare e far chiasso, mostrarci spensierati, divertenti e divertiti, ma una guerra senza tempo sta avvenendo dentro di noi anche quest’anno. Poi magari il primo gennaio, smaltita la sbronza, non ricordiamo più nulla.

Abbiamo imparato facilmente ad essere molto insensibili e a sopire elegantemente i nostri impulsi più primitivi. Ma essi vivono ugualmente dentro di noi e condizionano molte emozioni  e comportamenti, che a loro volta fanno di noi ciò che siamo. Converrebbe quindi cominciare (come buon proposito per il prossimo anno …?) a vivere in ogni caso un po’ meglio la nostra “spiritualità”, intesa nel modo più ampio che riusciamo.

Quest’anno, più che mai, sarà importante tenere per noi qualche momento di riflessione in più nella lunga notte di San Silvestro e lasciare che il santo ci prenda per mano e ci consegni in quelle di Maria Santissima, nella fulgida luce dell’inizio del nuovo anno, un po’ più consapevoli e pronti a riconoscere che il cambiamento, il miglioramento, la speranza, è in noi.

Silvestro e Costantino

La storia di San Silvestro

Non c’è nessun legame particolare tra San Silvestro e l’ultimo giorno dell’anno, anche se sono numerose le leggende che lo riguardano, tramandate fino ai giorni nostri. Queste ci raccontano di un Papa popolare, benvoluto, scaltro e potente nella sua saggezza e spiritualità, tanto da essere considerato un guida anche dall’imperatore Costantino e dalla madre Elena.

Si racconta che Silvestro, figlio di Rufino e Giusta, nato a Roma nel III secolo, dopo aver completato gli studi scientifici e teologici fu nominato sacerdote da papa San Marcellino e si distinse per il suo grande senso di pietà cristiana. Alla morte del Papa ne indossò lui le vesti. Il suo pontificato, condotto con grande serietà e dedizione, durerà circa 22 anni e Papa Silvestro fu in ottimi rapporti con l’imperatore romano Costantino il Grande, infatti la Chiesa in quel periodo visse un momento di grande pace.

Papa Silvestro visse una vita semplice e in povertà, dedito ai poveri e ai bisognosi.

Si dedicò ad accogliere quanti più cristiani possibile e fece costruire ben otto nuove chiese.

Morì a Roma il 31 dicembre 335 e questo evento darà il nome alla notte di fine anno. 

Alcune leggende su San Silvestro

Si racconta che in una caverna sul colle Palatino vivesse un drago dagli effluvi mefitici che gravava su tutta Roma.

Papa Silvestro, solo impugnando un crocifisso, entrò nella tana del drago invocando Maria.

Il terribile mostro si calmò talmente che Silvestro potè portarlo in giro per Roma al guinzaglio.

Alla vista di questo miracolo i pagani si convertirono al cristianesimo e il corpo del drago venne sepolto nel Foro Romano.

Si dice anche che alcuni sacerdoti pagani, per fare guarire Costantino il Grande dalla peste, gli consigliarono un bagno nel sangue di tremila infanti.

L’imperatore non volle far uccidere tutti quei bambini, straziato dai pianti delle loro madri. Allora gli apparve in sogno San Pietro e San Paolo che gli consigliarono di rivolgersi a Silvestro per farsi battezzare.

Così fece e da quel momento guarì improvvisamente dalla peste nominando ufficialmente Silvestro capo dei cristiani e facendo costruire la Chiesa di San Giovanni in Laterano.

Poi ci fu un tempo in cui venne convocato un dibattito con giudici pagani in cui si affrontano 12 rabbini e il papa Silvestro per stabilire quale fosse la vera religione

Si racconta che il rabbino Zambri pronunciò in ebraico il nome di Dio nell’orecchio di un toro e questo morì sul colpo.

Allora Silvestro pronunciò la parola di Dio e il toro miracolosamente resuscitò.

In questo modo si stabilì che il cristianesimo era la religione vera e propria, tanto che Elena, madre dell’imperatore Costantino, spettatrice dell’evento, e i rabbini si convertirono. Questo avrebbe gettato le basi per il passaggio dalla Roma pagana a quella cristiana.

Maria Santissima, madre di Dio – Domenico Ghirlandaio

La storia della madre di Dio

Maria Santissima fu considerata degna di diventare madre di Dio. La sua scelta di assecondare il piano divino, di accettare il fardello che Dio le ha offerto, per voce dell’Arcangelo Gabriele, di portare in grembo Suo Figlio, di essere Madre di Dio in Terra, è sicuramente il più alto e fulgido esempio di Amore e Devozione cristiana che si possa ricordare.

Maria simboleggia il ruolo di Donna per eccellenza, modello di riferimento per tutte le donne, ma anche luce inestinguibile d’amore per per tutti coloro i quali non possono fare a meno di desiderare di avere una ‘madre’ che vegli su di loro, che li protegga e li accudisca, anche quando tutto sembra andare male.

Nessuno è più solo, nessuno è più abbandonato a sé stesso. Maria, nel suo essere Madre di Dio, diventa madre di ogni uomo, e nel bambino tra le sue braccia ritroviamo il nostro bisogno di poterci affidare completamente a qualcuno che ci ami in modo incondizionato e puro.

La Chiesa non accettò questa idea fin da subito. Ma la figura di Maria fu da sempre oggetto di culto da parte del popolo e assunse dimensioni sempre maggiori finchè anche la Chiesa, che da sempre costruiva le sue basi su credenze e leggende antiche di altre religioni, dovette  dichiarare autentico il dogma di Maria Santissima come Madre di Dio, esattamente nel 431 d.C. al Concilio di Efeso. 

8 giorni dopo Natale venne fissata, nella data del 1° gennaio, per la Chiesa Cattolica, il giorno di celebrazione della madre di Gesù, Maria Santissima, facendone la prima festa mariana, una solennità religiosa e festa di precetto.

Di conseguenza, in questo giorno, si ricordano anche la natura umana e contemporaneamente  divina di Cristo, congiunte in un unico corpo nato da donna mortale.

Nel 1967, in questo giorno,  Papa Paolo VI istituì la Giornata Mondiale della Pace, unendone le celebrazioni alla Festa per la Maria Santissima Madre di Dio. Considerando Maria come fulgido e inestinguibile esempio d’amore, è facile capirne il significato.

Saturnali romani

La notte di San Silvestro

In Italia per tradizione la notte del 31 dicembre si festeggia il Capodanno, in realtà è la vigilia del vero Capodanno, che è il 1° gennaio.

La storia del Capodanno ha origini pagane: il 1° gennaio è stato considerato il primo giorno dell’anno a partire dal 46 a. C. con l’introduzione del calendario giuliano. Prima dell’istituzione del calendario promulgato da Giulio Cesare, il primo giorno dell’anno coincideva con il primo giorno di marzo.

I festeggiamenti risalgono alla festa pagana in onore del dio romano Giano – nome da cui deriva quello del mese di Gennaio – che si festeggiava subito dopo i Saturnali, le feste romane per il dio Saturno che chiudevano l’anno.

Pare che in origine, durante i Saturnali, esistesse una tradizione pagana denominata Strenna (nell’Antica Roma, in latino, Streña = regalo), basata sull’usanza di scambiarsi doni come buon augurio per il futuro.

Anche nei secoli dopo la costituzione del calendario giuliano in molti Paesi, anche europei, si continuò a considerare l’inizio del nuovo anno in date completamente diverse: ad esempio in Inghilterra e in Irlanda, Pisa e Firenze era il 25 marzo, in Spagna era il 25 dicembre, in Puglia, Calabria e Sardegna era l’1 settembre.

Le diverse date in cui si festeggiava il primo dell’anno nei paesi europei vennero poi fatte coincidere da papa Innocenzo XII nel 1 gennaio a partire dall’anno 1691. La data del primo giorno dell’anno fissata per il 1 gennaio venne quindi ufficializzata nel calendario gregoriano e questo diede la spinta decisiva per riconoscere il Capodanno nel 1° gennaio.

Questo binomio – San Silvestro e Maria Santissima – rappresenta quindi un po’ il rito di passaggio da un anno passato, che spesso consideriamo per le cose brutte che ci sono accadute, a un nuovo anno che si spera sempre migliore e foriero di grandi cose.

Come dire che San Silvestro, in questa notte dai forti contrasti, ci prende per mano e ci guida attraverso ricordi, dolori, istinti e aspettative, consegnandoci direttamente nelle mani di Maria Santissima, che è luce, speranza, amore indissolubile: una spinta verso la rinascita.

 

Rinascita