Babbo Natale

by | 10 Dic 2020

Babbo Natale di Thomas Nast del 1881

Durante le feste di Natale, l’albero che si addobba accanto al presepe ha una grande importanza nella scenografia natalizia ma anche nella sua simbologia. Infatti l’abete ricolmo di frutti, doni e dolci che allestiamo a partire circa dall’8 dicembre (Immacolata Concezione) concretizza l’augurio di salute e bellezza in cui hanno creduto popoli antichi.

Anche le luci appese all’albero, nelle case e fuori, per le strade, rappresentano la rivincita/rinascita della luce/calore/Cristo (Sole-Mithra) sulle tenebre/il male (“Buon Natale“).

Oggi “ufficialmente”, durante le feste invernali, è un certo Babbo Natale a portare i regali nelle case, quasi in tutto il Mondo. 

Ma prima di lui ci avevano provato anche altri. Chi fa i regali a Natale è cambiato secondo i Paesi e i tempi: in passato sono stati gli Elfi o i Re Magi (che, si racconta, affrontarono un lungo viaggio per portare doni preziosi a Gesù appena nato), Santa Lucia (ancora oggi a Bologna sotto i portici della Chiesa di Santa Maria dei Servi c’è la Fiera di Santa Lucia), addirittura Gesù Bambino (50 anni fa, la notte di Natale, portava ai bimbi buoni piccoli doni e soprattutto dolciumi per festeggiarne la nascita) e la Befana che continua a resistere (e che si festeggia appunto il giorno in cui i Re Magi arrivarono effettivamente al cospetto di Gesù).

Da un certo punto in poi, però, un vecchio dalla lunga barba bianca, vestito di rosso, buono, tollerante, pacioccone, paterno, positivo e ammiccante ha soppiantato un po’ tutti nel portare regali e dolci, con la prerogativa, tra l’altro, di non distribuire carbone ai bambini (e agli adulti !!) “cattivi” e spingere tutti, quindi, a essere più buoni: Babbo Natale !

Questo personaggio è però relativamente “giovane” e si chiama … Nicola.

Ma torniamo un po’ indietro nel tempo e facciamo ordine.

Saint Nicholas

Alla fine del III secolo d.c., in una città dell’attuale Turchia, venne proclamato vescovo dal popolo e dal clero un uomo particolarmente buono, che compì grandi miracoli e che si dimostrò un benefattore e un “soccorritore del popolo”, una specie di vice di Dio: Nicola di Myra. Diventò così il patrono dei poveri e dei bisognosi, dei marinai, dei bambini e delle zittelle, per numerosi eventi straordinari che compì, si dice.

Dopo la sua morte fu fatto santo e il suo culto si diffuse sempre più, dai paesi dell’Oriente all’Italia, dall’Europa centrale a Paesi Slavi, dalla Russia all’Inghilterra e all’Irlanda, fino agli Stati Uniti d’America, al seguito degli emigranti olandesi che a New York portarono anche le loro tradizioni.

Racconti, fantasie, credenze, fede e il grande bisogno di speranza lavorarono tutte insieme e nel tempo portarono a trasformare il santo e dare forma al Babbo Natale che ai giorni nostri scorrazza nei cieli nella notte di Natale.

L’immagine di San Nicola di Myra cominciò a essere modificata già nel 1809. Nel 1812 un certo Washington Irving in “La storia di New York“, raccontò del santo che “cavalca le cime degli alberi, e al tempo stesso porta ogni anno doni ai bambini”, avvolgendolo in un alone di magia.

Nel 1821 William Gilley, un editore della stessa città, pubblicò un testo poetico su “Santeclaus“, vestito di pelliccia e su una slitta trainata da renne.

Sicuramente il colpo di grazia lo diede Clement Clarke Moore nella caratterizzazione che fece nella sua opera “Una visita di San Nicola” (anche nota come “The Night Before Christmas”, La notte di Natale) pubblicata il 23 dicembre del 1823 sul giornale “Sentinel” di New York. In questo racconto descrisse San Nicola come un elfo paffuto e grassottello, capace di calarsi dai camini delle case e di volare con l’aiuto delle sue renne, ognuna con un proprio nome e con “compiti” particolari e diversi!

Inizialmente Babbo Natale indossa abiti di vari colori, poi il rosso divenne il colore predominante fin dalle tavole e dalle cartoline di auguri disegnate da un illustratore tedesco vissuto a New York: Thomas Nast, pubblicate dal 1863 al 1885. Sono sue invenzioni anche la casa di Babbo Natale al Polo Nord e la fabbrica di giocattoli.

illustrazione di Night Before Christmas di C. Moore

Dopo il 1930, il disegnatore Haddon Sundblom interpretò nuovamente il personaggio del San Nicola di C. Moore e T. Nast per una campagna pubblicitaria della Coca Cola Company, trasformandolo nel Santa Claus (Babbo Natale in Italia) che ancora oggi conosciamo: vestito rosso e bianco, lunga barba bianca, stivali, il sacco pieno di doni, ecc.

Storia e leggenda si mescolano indissolubilmente e non è possibile risalire alla verità. Sicuramente, alla “creazione” di Babbo Natale hanno partecipato in molti, fatto sta che oggi Santa Claus “esiste“, come è esistito il suo ispiratore.

In tutti i Paesi del mondo Babbo Natale si presenta ormai in abiti simili, ma con nomi un po’ diversi: è interessante sapere che in Albania è Padre Inverno, in Austria Gesù Bambino, in Belgio, Ungheria, Svizzera, Slovacchia, Polonia, Malta, parte dell’Italia e Repubblica Ceca è San Nicola, in Bulgaria e in Croazia è Nonno Natale, in Francia, altra parte d’Italia e molti Paesi dell’America Latina, Iran e Egitto è Papà Natale (o Babbo Natale), in Germania è l’Uomo di Natale, in Grecia San Basilio, in Romania Babbo Nicola, in Russia e in Serbia Nonno Gelo, in Irlanda e Stati Uniti, ma anche Corea, Giappone e Sud Africa è Santa Claus, a Taiwan è il Vecchio del Natale.

Comunque sia andata, il buon vecchio Babbo Natale, immortale, con famiglia e attività lavorativa al Polo Nord, che dispensa doni ridendo sonoramente a tutti i bambini (e non) del mondo in una notte sola, per tutti ormai è così come è stato disegnato nel 1900.

 

 

Santa Claus di Thomas Nast 1872

 

Buon Natale    Ma chi è Santa Klaus?

 

 
Google Photos Refresh Token invalid. Please authenticate from Photonic → Authentication.
Error encountered during authentication:
{
  "error": "invalid_grant",
  "error_description": "Bad Request"
}
See here for documentation.